A San Cataldo grinta e umiltà. Il Catania è campione d’inverno

Il Catania pareggia a San Cataldo dopo una gara che gli esteti del glossario pallonaro definirebbero “maschia” (appellativo sbrigativo che non vuol scatenare questioni di genere). I padroni di casa giocano con slancio inverosimile, sino all’ultimo respiro, mettendola anche sul piano del confronto “dialettico”. Ne viene fuori una gara nevrotica, concitata, arginata con qualche affanno dal signor Esposito di Napoli. Alla fine, però, si dirà che è la classica partita di serie D e dunque non c’era altro da aspettarsi.

Nell’undici iniziale Ferraro preferisce Forchignone a De Luca e conferma Somma in difesa. Per il resto, consueto schieramento a cui siamo abituati, con Bethers tra i pali, linea difensiva completata da Rapisarda, Castellini e Lorenzini, in mezzo al campo Vitale, Lodi e Rizzo, in avanti il tridente prevede anche Sarno e Sarao. La Sancataldese parte con grinta e si fa subito notare per qualche entrata non proprio in linea con il galateo. Squadra ben messa in campo e aggressiva imprime subito ritmi frenetici alla gara e va presto in vantaggio: corre l’8° minuto quando Rapisarda, incalzato da dietro da Xepapadakis, perde il pallone in area con troppa leggerezza, Zerbo si inserisce di slancio e batte Bethers con una botta micidiale. I rossazzurri però non si scompongono, e tra continue interruzioni dovute a falli e accenni di cavalleria rusticana al minuto 22 acciuffanno il pari: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Lodi serve in area Rapisarda, colpo di testa con palla di controbalzo che timbra la traversa, sulla ribattuta si avventa Lorenzini, che manda la palla ancora sulla traversa prima che Somma chiuda i giochi con un piattone felpato che Dolenti respinge oltre la linea di porta. La partita prosegue senza sussulti tecnici, animata solo dalla tensione dei giocatori, con il finale che vede l’ammonizione a bordo campo di Giovinco e l’espulsione di mister Infantino, imbufalito per la decisione.

Nella ripresa, dopo qualche minuto, Ferraro apre le danze delle sostituzioni con l’inserimento graduale di Palermo, Giovinco, Chiarella e Jefferson al posto di Lodi, Sarno, Forchignone e Sarao. Ma i cambi non incidono più di tanto. Poche le azioni degne di nota: al 69° un calcio piazzato della Sancataldese con conclusione sbilenca di Baglione, al 75° un tentativo effimero di pallonetto di Garzia, che da buona posizione non impensierisce Bethers e, in pieno recupero, dall’out destro Chiarella manda fuori una palla deliziosa che avrebbe meritato giocata migliore.

Il Catania non vince in trasferta da tre turni. Non è certo un problema, a maggior ragione nella domenica che lo investe del titolo di campione d’inverno. Rossazzurri imbattuti, a quota 36, staccati di 11 punti dal Locri che ha preso il secondo posto in graduatoria. Oggi non è stato semplice venire fuori indenni (sportivamente parlando) dal campo di San Cataldo, perché non è stata una partita qualunque. L’agonismo esasperato dei calciatori verde-amaranto ha giocato un ruolo determinante. Poco male, è un merito in più per i ragazzi di Ferraro, che sanno soffrire e non mollano di un centimetro.