Toponomastica: vie e piazze Catania a scienziati, artisti, eroi e vittime della mafia

Piazza Vittorio Emanuele III sarà intitolata a Ettore Majorana, piazza Ogninella a Emilio Greco, via Cialdini diventa via Ambrosoli. Ricordate anche la giornalista Ilaria Alpi e Barbara Rizzo, morta nell’attentato di Pizzolungo con i suoi due gemelli. Una strada anche per Géza Kertész, allenatore ungherese del Catania fucilato per aver salvato degli ebrei

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Alcune rilevanti novità nella toponomastica cittadina sono state annunciate dal sindaco di Catania Enzo Bianco al termine della riunione dell’apposita Commissione svoltasi nel Palazzo degli elefanti alla presenza dei consiglieri Sebastiano Anastasi, Giovanni Marletta e Nino Vullo.
“La più importante – ha detto il Sindaco – è che la piazza Vittorio Emanuele III, nota a tutti come piazza Umberto, sarà intitolata al grande scienziato catanese Ettore Majorana, nato a Catania nel 1906 e del quale si sconoscono data e luogo della morte”.
Majorana fu uno dei più importanti fisici teorici italiani e, cresciuto in via Panisperna, si occupò di fisica nucleare e meccanica quantistica relativistica, in particolare della teoria dei neutrini. La sua improvvisa e misteriosa scomparsa nella primavera del 1938, a 32 anni, ha suscitato, considerata anche la sua fama – Enrico Fermi lo considerava un genio e le sue intuizioni sono state paragonate a quelle di Newton ed Einstein – una ridda di ipotesi e supposizioni che hanno ispirato i libri di scrittori come Leonardo Sciascia e scienziati come Antonino Zichichi.
“Altra importante decisione – ha spiegato Bianco – è stata quella di intitolare la piazza Ogninella, nei pressi della casa in cui l’artista abitava con i genitori e i numerosi fratelli, a Emilio Greco, del quale due anni fa è stato ricordato il centenario della nascita.
Greco è stato uno dei maggiori scultori italiani del Novecento ma era anche uno straordinario disegnatore, il più grande d’Europa secondo Pablo Picasso, che ne ammirò le opere al Museo Rodin. Catania gli ha dedicato un museo con un’importante collezione di litografie e acqueforti e, proprio in occasione del centenario, è stata donata alla città di Catania un bronzo, “La Sirena”, che si trova nel Palazzo degli elefanti.
“Una copia del bronzo – ha sottolineato il consigliere Giovanni Marletta – sarà esposta nella piazza intitolata all’artista”.
La via Enrico Cialdini – luogotenente di Vittorio Emanuele II che ordinò nel 1861 a Pontelandolfo e Casalduni, in Lucania, quel terribile massacro di uomini, donne e bambini di cui l’Italia si scusò nel centocinquantenario dell’Unità d’Italia – sarà adesso intitolata a Giorgio Ambrosoli, l’avvocato milanese assassinato a 46 anni, nel 1979, da un sicario del banchiere Michele Sindona. Sul proprietario della “Banca Privata Italiana” Ambrosoli stava infatti indagando come commissario liquidatore dell’Istituto di credito.
Lo slargo vicino alla via Ambrosoli, davanti al Centro direzionale di San Leone, così come proposto dal consigliere Sebastiano Anastasi, porterà il nome di Barbara Rizzo, nota anche con il cognome da sposata, Asta, morta nella Strage di Pizzolungo, in provincia di Trapani, con i figli, i gemelli Salvatore e Giuseppe, di sei anni, nell’attentato con un’autobomba destinata a colpire il magistrato Carlo Palermo. “Ricordiamo dunque – ha sottolineato Anastasi – una vittima incolpevole della mafia e ripariamo, ritirando l’intitolazione della strada a Cialdini, a un torto storico”.
A un’altra donna, la giornalista Ilaria Alpi, inviata di guerra del TG3, uccisa in Somalia nel 1944 a 33 anni, con l’operatore Miran Hrovatin, sarà dedicato il largo, attualmente senza nome, a fianco alla piazza Turi Ferro. Il consigliere Nino Vullo, che ha proposto l’intitolazione, ha ricordato come la Alpi stesse “indagando su un traffico internazionale di veleni, rifiuti tossici e prodotti radioattivi stivati in Africa dai Paesi industrializzati in cambio di tangenti e armi”.
Una strada, attualmente senza nome, che collega le vie Galermo e Sebastiano Catania, nei pressi del PalaGalermo e di un campo di calcio del Cus, sarà poi dedicata a Géza Kertész, ungherese allenatore del Catania per diverse stagioni negli anni Trenta e Quaranta ed eroe: tornato in patria, si oppose al regime nazista battendosi per permettere agli ebrei e ai dissidenti rinchiusi nel ghetto di Budapest di fuggire. Catturato dalla Gestapo fu fucilato nel febbraio del 1945. A chiedere l’intitolazione di una strada a Kertész erano stati un apposito Comitato, la Segreteria provinciale dell’Assostampa, il sindacato unitario dei giornalisti italiani d’intesa con l’Unione stampa sportiva italiana.