Teatro Bellini: l’unica copia coeva del “Caravaggio rubato” nel foyer durante l’opera di Sollima

Si tratta del dipinto di Paolo Geraci, pittore siciliano contemporaneo di Michelangelo Merisi, che lo realizzò nel 1627 mantenendo le dimensioni dell’originale. La magnifica tela che riproduce fedelmente la Natività trafugata nel 1969 dalla mafia, fa parte della collezione del Museo civico del Castello Ursino ed è stata recentemente restaurata grazie al Fai. Anche chi non assiste agli spettacoli potrà ammirare il dipinto

In occasione delle due rappresentazioni del “Caravaggio rubato” del compositore siciliano Giovanni Sollima, venerdì 18 alle 21 e sabato 19 marzo alle 17,30, il pubblico potrà ammirare, nel foyer del Teatro Massimo Bellini di Catania, l’unica copia coeva della “Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi” di Michelangelo Merisi trafugata, a quanto pare dalla mafia, dall’oratorio di San Lorenzo a Palermo nella notte tra il 17 e il 18 di ottobre del 1969 e mai più ritrovata.
La tela fu dipinta da Paolo Geraci, pittore siciliano contemporaneo del Caravaggio, nel 1627 mantenendo le dimensioni dell’originale. L’opera fa parte della collezione del Museo civico del Castello Ursino di Catania ed è stata recentemente restaurata grazie al Fai.
“L’idea di esporre – ha spiegato il Sovrintendente del Teatro Roberto Grossi – questa copia unica della Natività caravaggesca è venuta al sindaco di Catania Enzo Bianco, che è anche presidente del Bellini. Il ‘Caravaggio rubato’ di Sollima, coprodotto dal nostro teatro lirico e da quello di Palermo, è stato presentato in prima assoluta nel capoluogo siciliano il 5 marzo scorso, riscuotendo un grandissimo successo di critica e di pubblico. E la possibilità di vedere qui a Catania la copia di Geraci ci dà un importante valore aggiunto. Tra l’altro, per questa straordinaria occasione, il Bellini rimarrà aperto per cittadini e turisti che vorranno ammirare il quadro dalle 10 del 18 marzo alle 22 del 19, in occasione tra l’altro della Notte Bianca dei Musei di Catania”.
“Abbiamo lavorato – ha detto il sindaco Bianco – con tempi molto ristretti ma, con la buona volontà di tutti, a cominciare dalla Soprintendenza, e all’ottimo lavoro svolto dall’assessore alla Cultura Orazio Licandro, abbiamo centrato l’obiettivo. Tra l’altro il ‘Caravaggio rubato’ di Sollima rappresenta un appuntamento culturale e civile di grande importanza per la nostra città perché scava nel rapporto tra mafia, degrado e cultura”.
Nella sua opera Sollima, parte dal fatto di cronaca, il furto del quadro, per mettere in musica in maniera toccante e intensa la Sicilia, la sua bellezza, i suoi mali, in un “oratorio giornalistico” – come è stato definito dalla regista Cecilia Ligorio – con i testi scritti e recitati da un’importante firma come Attilio Bolzoni e le foto di Letizia Battaglia.
Ha scritto Sollima dell’opera: “Ci sono quattro piani percettivi, tanti quante le persone che hanno lavorato a questo progetto (…) Ho diviso la partitura in tre blocchi, la forma è vagamente quella dell’oratorio. I tre blocchi contengono al loro interno dei movimenti veri e propri, cambi di tempo, di registro, di interventi, dal coro all’orchestra, dalle percussioni (prevalentemente ad acqua) al solo del violoncello, si intrecciano, si scollano, si ritrovano”.