“Piano del lavoro”: presentata nuova proposta alla Cgil di Catania

Si chiama “Piano del Lavoro” ed è una proposta attraverso la quale la Cgil apre in tutta Italia una fase di contributo e di confronto. Si tratta di un documento strategico costato circa un anno di lavoro, che offre alcune proposte strategiche al nuovo governo che il sindacato si augura per il Paese; inevitabile il richiamo all’analogo documento presentato nel 1949 dal segretario della Cgil passato alla storia, Giuseppe Di Vittorio, al congresso di Genova. Il “Piano” redatto in 28 pagine è stato presentato stamattina ( al tavolo c’erano i segretari confederali Giacomo Rota, Pina Palella e Giovanni Pistorio) ai quadri del sindacato ed alla città alla Camera del lavoro dalla segreteria della Cgil, corredato da analisi su misura per il territorio catanese.

Rota, Pistorio e Palella
Rota, Pistorio e Palella

A introdurre il “Piano” alla platea è stata Pina Palella; tra le riflessioni principali del sindacato c’è l’adozione di una nuova politica economica e fiscale, da cui si potrebbe ricavare una crescita del PIL già nel 2013 dell’1,6% e poi dell’1,5% nel 2014 e dell’1% nel 2015. Ma secondo il sindacato c’è anche la necessità di un nuovo fisco, l’innovazione nei posti pubblici e gli incentivi alle imprese, programmi di manutenzione, bonifica dei siti industriali inquinati, conservazione del patrimonio culturale, riqualificazione urbana, valorizzazione di parchi e riserve naturali, e molto altro. E’un progetto ambizioso da cinquanta milioni di euro che la Cgil spiega anche come recuperare: dalla tassazione dei grandi patrimoni, al recupero dell’evasione fiscale, dallo sganciamento degli investimenti dal patto di stabilità – ha sottolineato Rota- Propone un nuovo rapporto tra il pubblico e il privato e, fondamentalmente, di far ripartire l’economia bloccata”. E a Catania? “Siamo di fronte ad una crisi senza precedenti, con un settore edilizio che versa in condizioni devastanti – aggiunge Pistorio- abbiamo una contrazione di gare nel pubblico e migliaia di posti di lavoro persi. In tutto il comparto metalmeccanico abbiamo un elenco di aziende con ammortizzatori sociali aperti. Ci sono duemila posti in cassa integrazione, con casi come quello della 3Sun che stenta a far ripartire un progetto industriale o come la crisi Aligrup, ancora in pieno corso”. Non è facile tradurre la crisi catanese in poche battute, ma la Cgil è certa che “esiste una incapacità complessiva delle istituzioni locali a gestire la crisi”. La risposta che la Cgil si aspetta dalla Regione, ad esempio, una rinegoziazione con Roma del rapporto della spesa. Ci aspettiamo una capacità di investire sul dissesto idrogeologico e sull’edilizia scolastica, per iniziare. Una strada che il presidente Crocetta sta in parte percorrendo. Per Pina Palella, “il Piano illustra prima di tutto la necessità che questo Paese riparta. Un altro esempio? La qualità della formazione, sia nel contesto scolastico universitario che nel contesto lavorativo. Riqualificarsi significa adattarsi ai cambiamenti, proporre risultati che richiede il mercato e il momento storico. Tutto ciò è sovrapponibile anche nel nostro territorio. La Regione deve dare un segno tangibile, e le parti non dovrebbero più dialogare sui grandi principi ma sulle questioni concrete…” Per il segretario generale Angelo Villari, il “Piano della Cgil è senza dubbio un modo concreto di “alzare lo sguardo” verso il futuro, senza rassegnarsi e con un programma di azioni concrete che segnano la via di un sindacato presente nella realtà a 360 gradi”.