Lotta al cancro: il decalogo dei survivors
Si è svolto a Catania il convegno promosso da Humanitas Centro Catanese di Oncologia sul tumore al seno e la qualità della vita dei survivors, o “lungo-sopravviventi”, le persone che convivono con un tumore in fase di cura o remissione.

Alcuni possono essere considerati guariti, perché da molti anni non sono più evidenti i segni della malattia. Per altri, sempre più spesso, grazie alle moderne cure il cancro si è trasformato in una “condizione cronica” con cui convivere, prendendo farmaci e sottoponendosi a regolari controlli.
Come garantire la qualità della vita ai pazienti che hanno sconfitto il cancro? E’ la domanda a cui hanno risposto gli esperti durante l’annuale convegno organizzato da Humanitas Centro Catanese di Oncologia e presieduto dal dott. Francesco Caruso, direttore del dipartimento oncologico, e dal dott. Michele Caruso, responsabile dell’unità funzionale di oncologia medica.
Il convegno si inserisce nell’ambito dei tradizionali incontri di aggiornamento scientifico promossi dal Centro, che secondo Sportello Cancro – il sito internet dedicato agli ospedali che si occupano di cancro, gestito da Corriere della Sera e Fondazione Veronesi – è il sesto per la cura del tumore della mammella.
Ospite di eccezione la prof.ssa Antonella Surbone, fra i massimi esperti al mondo di questo tema, docente di Medicina Interna e Oncologia alla New York University e docente di Comunicazione presso l’Interpersonal Communication & Relationship Enhancement Program (I*CARE) del M.D. Anderson Cancer Center di Houston, Texas. Al suo fianco il dott. Armando Santoro, direttore scientifico di Humanitas Centro Catanese di Oncologia, che in Italia ha fondato una delle prime Cancer-free Clinic.
“La ‘lungosopravvivenza’ è una condizione cronica, ma non stigmatizzante – spiega la prof.ssa Surbone -. Anticipare al paziente la valutazione degli aspetti medici e psicosociali che potrebbe trovarsi ad affrontare dopo una guarigione parziale o completa del tumore, è fondamentale per poter programmare fin da subito tutti gli interventi necessari ad assicurargli non solo le migliori chances sul piano della cura, ma anche una lungo-sopravvivenza il più possibile scevra di limitazioni e sofferenze fisiche, psicologiche e relazionali”.
LA DONNA AL CENTRO
In quest’ottica è necessario prendersi cura a 360 gradi delle donne che sono state curate e che hanno sconfitto la malattia. Questo l’obiettivo di un approccio multidisciplinare che mette la donna al centro del suo percorso di cura e protagonista del suo pieno reinserimento nella quotidianità. Recenti studi hanno dimostrato che i pazienti che vengono trattati all’interno di centri che si occupano anche di “lungo-sopravviventi” hanno un 18% di probabilità in più di guarigione.
Il tema è di grande impatto sociale e va programmato sia da parte delle istituzioni sia da parte delle strutture che devono essere in grado di fornire gli adeguati supporti clinici e psicologici: “Le donne guarite dal tumore al seno – spiega il dott. Michele Caruso – devono confrontarsi con un passato fatto di interventi medico-chirurgici e possono dunque manifestare patologie correlate che devono essere tenute sotto stretto controllo dai medici e che spesso coinvolgono più aspetti della vita, da quello psicologico a quello sessuale, da quello cardiologico a quello estetico”. L’importanza dell’approccio oltre le terapie è sottolineato anche da alcuni progetti ministeriali ai quali partecipa Humanitas, dedicati proprio ai lungo-sopravviventi che “hanno la necessità e il diritto – continua il dott. Michele Caruso – di essere tutelati”.
IL PERCORSO DI CURA DEL TUMORE AL SENO
Il convegno ha rappresentato un’occasione per approfondire anche le nuove tecniche chirurgiche per affrontare il tumore al seno, grazie alle quali oggi si mira ad annullare le differenze tra mastectomia e chirurgia conservativa: “Al giorno d’oggi – spiega il dott. Francesco Caruso – gli interventi ablativi con ricostruzione sono in grado di conservare l’areola capezzolo, grazie anche all’impiego di protesi sempre più diverse e sofisticate ed interventi molto curati anche sotto l’aspetto estetico oltre che ovviamente oncologico”.
L’obiettivo in ambito chirurgico è utilizzare le nuove tecnologie a disposizione per un intervento sempre più ‘personalizzato’. “In passato si pensava soltanto a trattare il tumore da un punto di vista chirurgico – osserva il dott. Francesco Caruso – oggi invece si deve vedere il tumore inserito in relazione alla donna, alla sua età e condizione; bisogna prendere in considerazione l’aspetto estetico, estremamente importante sul piano psicologico”.
Durante il convegno è stata anche approfondita la tematica relativa alla diagnostica per immagini, oggi sempre più all’avanguardia e in continua evoluzione: grazie alle nuove tecniche (quali ad esempio la tomosintesi, una ‘tac della mammella’ di ultima generazione) è oggi possibile stabilire il giusto percorso per le pazienti a seconda dei singoli casi e delle caratteristiche di ogni donna.
CANCER-FREE CLINIC: UN AMBULATORIO DEDICATO
E’ proprio il tema della qualità della vita, nella nostra cultura importante quasi quanto la sua durata, a rendere necessario un approccio diverso alla cura del cancro. E’ il concetto di Cancer-free Clinic, ovvero un servizio specializzato e pensato per le pazienti che hanno finito i cicli di terapia e devono sottoporsi al normale programma di controlli. Spiega il dott. Armando Santoro, direttore di Humanitas Cancer Center e direttore scientifico di Humanitas Centro Catanese di Oncologia: “Forniamo competenze specifiche di diagnosi e interventi, da quelli riabilitativi a quelli preventivi, ma anche psicosociali. Oggi, quando i medici decidono per una terapia tengono conto in primo luogo di quella che offre maggiori probabilità di sopravvivenza, ma anche di come gli effetti collaterali dell’uno o dell’altro trattamento, immediati o a lungo termine, possano incidere sui tanti aspetti dell’esistenza che sono fondamentali e differenti per le diverse persone”.
IL DECALOGO DEI SURVIVORS
Dagli esperti di Humanitas Cancer Center, ecco 10 consigli.
1. Non avere paura di affrontare il futuro con speranza e consapevolezza. Celebra la tua vittoria contro il cancro, da ricordare come un anniversario o un compleanno; può aiutarti a vivere il futuro in modo più sereno.
2. Porsi degli obiettivi specifici, misurabili e credibili. Non importa se piccoli, raggiungerli potrà aiutarti ad aumentare l’autostima e la tua determinazione.
3. Mantenere uno stile di vita sano. Ricomincia a fare movimento e chiedi al tuo medico di indicarti i giusti esercizi. Segui una dieta sana, non fumare, evita l’alcol, riduci lo stress. Abbi cura del tuo corpo.
4. Richiedere dall’équipe curante un piano di controlli dettagliato. Ricordati degli screening e degli esami periodici utili per controllare la tua salute.
5. Farsi seguire sempre da esperti. Rivolgiti possibilmente a centri specializzati nelle problematiche di chi ha superato la malattia, senza che però l’esperienza del cancro medicalizzi il resto della tua vita.Se pensi di averne bisogno, non esitare a chiedere un supporto psicologico.
6. Controllare gli effetti collaterali. Abbi cura di te e mantieni sotto controllo i problemi che possono derivare dalla malattia superata o dalla terapia. Parla con il tuo medico, per essere informato sui possibili effetti collaterali, anche a distanza, del tuo percorso di cura, e valutare insieme le migliori soluzioni per risolverli o prevenirli.
7. L’amore verso il partner e la famiglia sono uno stimolo per tornare alla vita. La sfida affrontata contro il cancro è stata la più grande della tua vita. Mantieni un rapporto schietto con il tuo partner, e dedica più tempo a “te e lui”. Se l’intimità durante la malattia ne ha risentito, non abbiate timore di parlarne con uno specialista.
8. Attenzione alla vita sociale. Le relazioni con amici e parenti possono esser messe a dura prova durante la malattia. Non avere paura di comunicare le tue necessità, sii onesto con chi ti è a fianco e mantieni i contatti con chi ti fa stare bene.
9. Tornare al lavoro. Lavorare può offrirti l’opportunità di tornare in contatto con colleghi e amici, e ti impegna a ricominciare ad affrontare la vita di tutti i giorni.
10. Aiutare chi sta vivendo la stessa esperienza. Sconfiggere la malattia ti rende una persona speciale agli occhi di chi sta ancora lottando contro il cancro. Il tuo aiuto può essere molto importante verso chi ne ha bisogno. Valuta la partecipazione ad iniziative di volontariato o unisciti alle associazioni di malati ed ex pazienti per dare il tuo contributo e condividere con loro la tua esperienza.