Illustrate le linee guida del nuovo Piano Urbano del Traffico della città di Catania

Si è tenuto ieri in Confcommercio un interessante incontro tra i vertici dell’associazione, tra cui Riccardo Galimberti, Giovanni Saguto e Francesco Sorbello, e gli esperti in materia di mobilità del Comune di Catania per fare insieme un ragionamento sui sistemi di trasporto locale. Ad illustrare le linee guida del nuovo Piano Urbano del Traffico sono stati l’Assessore comunale alla Mobilità Santi Cascone e i professori Matteo Ignaccolo e Giuseppe Inturri del Dipartimento Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Catania, in qualità di consulenti tecnici dell’assessorato.

Giovanni Saguto, Matteo Ignaccolo, Riccardo Galimberti, Giuseppe Inturri, Santi Cascone
Giovanni Saguto, Matteo Ignaccolo, Riccardo Galimberti, Giuseppe Inturri, Santi Cascone

“Il confronto con il mondo produttivo – ha affermato l’assessore Santi Cascone – rappresenta un metodo di lavoro imprescindibile se si vogliono ottenere risultati condivisi finalizzati al miglioramento della qualità della vita e per rendere più agevole la possibilità di usufruire dei servizi, anche commerciali, proposti dalla Città. ”

Il PUT, approvato dalla Giunta e adesso in attesa di essere inviato al Consiglio Comunale, rappresenta lo strumento indispensabile per rivedere la mobilità urbana e dare ordine alla città. E’allo studio degli esperti dell’assessorato nelle sue due forme: il PUM, Piano urbano della mobilità, che prevede azioni di lungo periodo, grandi interventi infrastrutturali, e il PGTU o Piano processo, il Piano generale del traffico urbano, che procede invece con interventi di breve periodo da rivedere e aggiornare ogni due anni e sul quale si concentra maggiormente l’attenzione dei tecnici.

“Il PGTU – ha illustrato il prof. Ignaccolo – rappresenta il livello basilare di programmazione in materia di mobilità, che va aggiornato ogni due anni per assicurare operatività e rispondenza ai problemi di Catania, Città Metropolitana, che vogliamo più mobile e quindi più vivibile: meno invasa dalle macchine private, più servita dai mezzi pubblici, più rispettosa dei ciclisti e dei pedoni. Per metterci in linea con le maggiori città europee dobbiamo colmare un gap che ci vede molto in ritardo su temi come l’inquinamento, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, per questo le linee guida del Piano si basano sul supporto scientifico alla mobilità sostenibile”.

Naturalmente il PGTU deve sposarsi con il Piano regolatore della città, il concetto di mobilità sostenibile deve trovare corrispondenza nel PRG. E se al momento non ci sono grandi risorse economiche e il PRG è ancora fermo al palo, il Piano urbano del traffico deve andare avanti con celerità per rispondere alle esigenze di una città che cresce e fa i conti con un hinterland sempre più esteso.
“Questo Piano non prevede spese –, ha detto il prof. Inturri – è totalmente a costo zero e stiamo ottimizzando le risorse esistenti per svecchiarlo e adeguarlo attraverso l’interazione con i soggetti interessati: amministratori, aziende di trasporto, consulenti tecnici, i cittadini con i loro molteplici interessi che vanno tutelati”.

Nella disamina del Piano i tecnici hanno sottolineato anomalie, come il tasso di possesso di automobili pari a 720 auto ogni 1.000 abitanti, un alto tasso di motorizzazione soprattutto in provincia dove si arrivano a spendere 550 euro al mese per il possesso dell’automobile, riscontrato le patologie, cioè la mancanza di alternative all’uso dell’auto, e rimarcato le criticità, la più evidente i flussi in città superiori alla capacità delle strade con conseguente inquinamento atmosferico e acustico e un alta incidenza di incidenti mortali.

“Le linee guida del Piano – ha spiegato ancora Giuseppe Inturri – vogliono favorire l’accessibilità delle persone in città. Abbiamo redatto una classificazione funzionale delle strade: ogni strada ha una sua funzione, alcune sono dedicate alla penetrazione, altre all’attraversamento, altre ancora utili alla vita del quartiere. Partendo da questa distinzione abbiamo rivisto il loro assetto, così su quelle di penetrazione, a traffico veloce, occorre rimuovere la sosta e spostarla sui parcheggi; sulla viabilità locale, dove ricadono negozi e servizi, si può consentire solo una sosta di breve durata per l’utente di passaggio mentre il lavoratore può utilizzare i parcheggi a prezzi contenuti. Fondamentale è la sensibilizzazione all’utilizzo del trasporto collettivo, a tal proposito è urgente intervenire sul miglioramento della rete esistente dell’azienda trasporti, sui parcheggi scambiatori e sul BRT creando un’integrazione tariffaria e modale e coordinando orari e servizi”.

Un piano all’insegna della sostenibilità economica e sociale che vede, per i progettisti, un elemento qualificante nelle “isole ambientali”, ovvero aree ove è scoraggiata la viabilità di attraversamento mantenendo però quella di quartiere a bassa velocità.

“Il Piano – hanno dichiarato infine Saguto e Galimberti – è molto articolato, riguarda tutta la Città ed esigenze spesso contrastanti. Merita un studio approfondito, che verifichi nei dettagli la compatibilità di quanto proposto con le esigenze della Città e del commercio di vicinato, fatto da piccoli negozi che non solo non devono essere penalizzati ma che dovranno essere accessibili con maggiore facilità. Il binomio commercio e viabilità è, infatti, inscindibile. Pertanto ci riserviamo di fare avere le nostre osservazioni già nelle prossime settimane”.

Grande attenzione è riservata alla mobilità pedonale con il miglioramento delle infrastrutture a partire dalla rimozione di ostacoli, il miglioramento della segnaletica e la repressione della sosta sui marciapiedi. “Da Picanello a Piazza Europa – ha riportato come esempio il prof. Inturri – sono pochi minuti di camminata che diventano però un percorso di guerra per invalidi, chi spinge carrozzine con bambini, anziani, a causa dei tanti ostacoli e della mancanza di tratti di marciapiede. Dobbiamo pensare di più al rispetto dei pedoni ma anche ai ciclisti, visto che abbiamo calcolato che il 70% degli spostamenti è sotto i 5/6 km abbracciando tutta la città e che quindi la bici si può usare non solo per passeggiare ma per coprire spostamenti e diventare mobilità sistematica. Per far ciò stiamo sviluppando un concetto di rete ciclabile, tutte le strade devono essere percorribili in bici, con l’introduzione di corsie di protezione nelle vie secondarie ma nessun vincolo nelle isole ambientali”.