I locali dell’ex convento di Santa Chiara ospiteranno la sede operativa regionale di Frontex

Sopralluogo questa mattina del sindaco di Catania Enzo Bianco nei locali dell’ex convento di Santa Chiara che ospiteranno la sede operativa regionale di Frontex. Si tratta di 13 stanze per un totale di 600 metri quadrati.

SANTA CHIARA

“Un’Europa più vicina al nostro territorio con un’azione più efficace per affrontare l’emergenza migranti e un grande riconoscimento per la Sicilia e per la città”. Ha esordito così, parlando con i giornalisti, il sindaco di Catania Enzo Bianco durante il sopralluogo di questa mattina nei locali dell’ex convento di Santa Chiara che ospiteranno la sede operativa regionale di Frontex. Si tratta di 13 stanze per un totale di 600 metri quadrati.
“I confini siciliani non sono solo quelli del nostro Paese ma anche i confini dell’Europa – ha detto il sindaco Bianco -. Ho ritenuto che fosse indispensabile che Frontex avesse un suo ufficio qui in Sicilia dove arrivano centinia, migliaia di immigrati tutte le settimane. In qiesto modo potremo ricevere una mano per affrontare in maniera seria un vero e proprio dramma. La Sicilia ha dato una risposta straordinariamente generosa, adesso grazie a questa decisione sentiamo l’Europa un po’ più vicina. E quindi saranno anche gli altri Paesi europei a farsi carico di questo problema che non è solo dell’Italia e della Sicilia”.
Il percorso che ha portato l’apertura di Frontex a Catania è stato molto lungo. Bianco ha infatti ricordato che, da ministro dell’interno, lanciò una prima idea nel febbraio 2001 al commissario Antonio Vitorino, nel corso di un importante incontro bilaterale tra governo italiano e Commissione europea che si teneva a Catania. Il progetto era quello di realizzare uno studio di fattibilità che riguardasse la cooperazione tra forze di Polizia con lo scopo finale di creare una moderna polizia europea delle frontiere. Si discusse allora di immigrazione e sicurezza e si parlò di “una politica europea”. Lo studio fu fatto e da esso, sostanzialmente, nacque Frontex. Vennero anche annunciati in quel febbraio del 2001 la nascita di Eurodac, il sistema informatico per le impornte digitali degli immigrati, e Eurojusta, il pool di magistrati e procuratori che provocò l’annegamento di centinaia di immigrati.
“Frontex quindi apre a Catania – ha aggiunto il Primo cittadino -. Il comune ha offerto una sede che è stata visonata e trovata adeguata e che sarà pronta entro la fine del prossimo mese di luglio. Se Frontex, come sembra essere nelle intenzioni della Ue, aprirà prima troverà allocazione provvisoria in dei locali messi a disposizione dalla polizia”.
“Locali che si trovano in una ziona importante della città. Un antico monumentale convento che ospita anche altri uffici comunali, tra cui gli sportelli delle anagrafe che non andranno nel Centro Direzionale di San Leone, e che si trova in pieno centro storico vicinissima al Municipio ma anche alla sede della Comunità di Sant’Egidio che si occupa proprio di accoglienza”.
“Un riconoscimento dato a Catania ed alla Sicilia – ha concluso Enzo Bianco – anche per sottolineare l’importanza che questa città, questa terra, con grande umanità e generosità, hanno avuto per fronteggiare il fenomenoo dell’immigrazione. Un segnale chiaro che abbiamo riconquistato il prestigio che negli ultimi tempi avevamo perduto”.