Bando regionale per il recupero delle città: i sindacati del catanese esprimono preoccupazione

Concreto il rischio della mancata partecipazione di molti dei Comuni della provincia etnea al bando con scadenza 16 marzo, emanato dalla Regione per la realizzazione di programmi integrati per il recupero e la riqualificazione delle città. Cgil, Sunia e Fillea Cgil di Catania esprimono “forte preoccupazione” al riguardo. I rappresentanti delle tre sigle hanno inviato una nota ai sindaci del Comune di Catania e dei Comuni di Acireale, Giarre, Misterbianco, Biancavilla ed Adrano per sollecitare l’apertura di un ampio confronto sul tema.

Cgil
Cgil

Il bando è finalizzato all’accesso ai contributi previsti dal PIANO NAZIONALE DI EDILIZIA ABITATIVA e prevede una dotazione finanziaria di 17 milioni di euro, di cui circa la metà di provenienza regionale per incentivare i programmi di edilizia sociale agevolata come prevede la legge regionale 1/2012.

“Siamo convinti che tutti i comuni ma particolarmente i grandi e medi centri dovrebbero avere un concreto interesse a predisporre progetti che con il concorso di risorse pubbliche e private prevedano interventi di edilizia abitativa e di riqualificazione dei centri urbani.- si legge in una nota firmata dal segretario confederale della Cgil Giovanni Pistorio, dalla segretaria del Sunia Giusi Milazzo e del segretario confederale della Fillea Cgil, Claudio Longo- Quello che suscita la nostra preoccupazione è invece il silenzio che circonda l’argomento. Temiamo che ciò corrisponda alla mancanza di interesse e di iniziativa. Riteniamo invece che questa sia un’occasione da non sprecare che potrebbe consentire con il concerto delle parti sociali e dell’imprenditoria del settore un’azione utile allo sviluppo locale. E’ proprio nella logica del piano integrato prevedere azioni sinergiche e coordinate e affrontare quindi il tema della riqualificazione urbana collegandola a processi di rivitalizzazione economica- produttiva delle aree individuate, e nel contempo predisporre piani di edilizia sociale per dare una prima risposta all’emergenza abitativa”.

“Centrale poi è l’opportunità che potrebbe essere offerta al settore edilizio- continua la nota- con una ripresa delle attività e del lavoro con interventi utili e di qualità, in una fase in cui la crisi occupazionale del settore ha raggiunto livelli rilevantissimi sia per la più generale crisi economica sia per la mancanza di politiche adeguate a riqualificare i tessuti urbani e il patrimonio edilizio abitativo e non” .