Con questa faccia da straniero

Viaggio alla scoperta dello straniero, dell’estraneita, del mondo che ruota attorno a tutto cio che non si conosce. Che affascina e che spaventa Stranieri si e sempre, in fondo. E non soltanto quando ci si trova in un luogo diverso da quello in cui si e sempre vissuti.
Stranieri si e quando si viaggia su un autobus, quando l’aria dell’ufficio sta stretta, quando non ci si riconosce in un gruppo, quando ci si sente sconosciuti, estranei, englishman in New York.

L’idea mi e venuta da una serie di coincidenze: un’anziana donna che inveisce contro la badante rumena con un detto mai sentito prima “I forestieri a frustate”, e un ragazzo nordafricano che, all’uscita dal supermercato, mi accompagna con un “Au bedda!”, in perfetto catanese strascicato. 😉

Cosi ho pensato di parlare con voi di stranieri, di estranei, di caramelle da sconosciuti (le raccomandazioni di sempre delle mamme!), di film e di libri, a partire da dati statistici per arrivare a Camus e Baudelaire, ai gesti rituali e alla concezione dello straniero nell’antica Grecia e dopo, nel periodo ellenico e romano.

Mi avete ricordato quanto ci si possa sentire stranieri nella propria terra di origine – se emigranti – e in quella di destinazione. Apolidi, quasi. Mi avete fatto pensare a Ulisse, ovunque straniero, e al fascino conturbante dello straniero, nella mitologia cosi spesso conteso, e alla fine sposo della figlia del re del luogo.

Mi avete fatto ricordare dei proverbi che palesano senza veli la diffidenza verso l’estraneo. Da “Moglie e buoi.” fino a “Cu intra menti, fora caccia”, e poi ancora il concetto di ospitalita, che un tempo veniva designato da un unico vocabolo: hostis. Ma che nel tempo ha assunto l’accezione di nemico…

Abbiamo chiacchierato per due ore, intervallando le parole alla musica a tema, da Goodbye stranger a Beautiful stranger, da Englishman in New York ad Us and Them.

E c’era ancora tanto di cui parlare, ma ho preferito dare solo pennellate, pennellate impressionistiche.

Appuntamento a martedi prossimo, allora.

Anna