CATANIA-NAPOLI, I PRECEDENTI

Nei primi anni del ‘900 svariati erano i sodalizi che si occupavano di calcio a Napoli. Nel 1904 era nato il “NAPLES”, nel 1912 l'”INTERNAZIONALE NAPOLI”. Più tardi, stagione 1919/20, compare nel girone centro-sud anche la “PRO NAPOLI”.
Anni pioneristici? Fino ad un certo punto perchè nel 1915, causa scoppio della Grande Guerra, il campionato di calcio fu sospeso e poi assegnato a tavolino al “solito” Genoa senza che venissero disputate le finali scudetto alle quali avrebbero dovuto prendere parte le formazioni partenopee. La Napoli calcistica avrebbe potuto vincere lo scudetto ben 72 anni prima del primo storico tricolore del 1987!
Per la stagione 1922/23 ai nastri di partenza ecco un nuovo club nato dalla fusione dei vari sodalizi, l'”INTERNAPLES”.
Il cerchio si chiude il 1° agosto del 1926 quando, in maniera definitiva, viene fondata la “SSC NAPOLI”, storico marchio dichiarato fallito nella torrida estate del 2004 quando, con il lodo Petrucci, si insedia alla presidenza l’attuale numero uno azzurro, Aurelio De Laurentiis. Il dazio da pagare è pesantissimo: perdita della B, si riparte dalla C/1. Un inferno lungo due stagioni intere.
Il Napoli è retrocesso nella sua storia 6 volte in B. Il periodo d’oro tra il ’65 e il ’98, un’ininterrotta cavalcata sempre in A con la bacheca dei trofei da aggiornare: 2 scudetti, 1 coppa UEFA, 3 coppe Italia, una coppa delle Alpi, 1 coppa di lega italo-inglese.
In un triste pomeriggio di Parma nel 1998 la Napoli sportiva conosce l’umiliazione dell’ultimo posto senza lottare, la retrocessione in B e una sfliza di record negativi che fece arrossire anche il tifoso più orgoglioso.
La scena triste che i giornali immortalarono in foto vedeva il numero uno azzurro Pino Taglialatela uscire a testa bassa dal Tardini mentre un solitario e ignaro bambino sventolava amaramente un vessillo azzurro partenopeo nella curva ospiti completamente vuota per la prima volta.
Andiamo ad elencare tutte le sfide tra i due club, autentiche “regine” del meridione calcistico. Si parte dalla B ’49/50: il 22 gennaio del ’50 il Napoli vinse 0-1.
Il 19 giugno ’55, primo storico confronto in massima serie, terminò in perfetta parità: 1-1 all’ultima giornata.
Anni ’60, il Catania comincia a “suonarle” ai colleghi campani: 1-0 il 14 maggio ’61 ( 14° di ritorno ), 1-0 il 10 marzo ’63, 0-0 il 30 gennaio ’66 ( seconda di ritorno ) con il Catania penultimo e il Napoli 3° davanti alla Juve con Omar Sivori all’attacco e Roberto Fiore presidente.
Iutile ai fini della classifica anche il successo rossazzurro per 1-0 del 23 maggio ’71, ultima giornata con i catanesi già in cadetteria.
Le due squadre tornano a sfidarsi in un’altra disgraziata serie A: il 14 dicembre 1983, 11° giornata, il risultato ad occhiali ( 0-0 ) è l’unico possibile per due formazioni in cerca di identità. Un’altra lunga pausa ( 17 anni ) e le due squadre incrociano tenzone nell’estate del 2000, trofeo Massimino e rumorosa presentazione della squadra nell’anno primo dell’era Gaucci. Triangolare con gare da 45 minuti con Catania, Perugia e Napoli. Nella gara inaugurale i rossazzurri battono gli azzurri 1-0 con una gran bella rete di Passiatore, che nei mesi successivi divorzierà dalla società etnea. Era il Napoli di Zeman da poco rientrato in A. Un Napoli destinato a fare poca strada.
Difatti il Catania fa in tempo a ritornare in B dopo 15 anni che subito ritrova la squadra allora presieduta da Salvatore Naldi. Il 5 novembre del 2002 ( recupero della prima giornata ) gli azzurri passano con un secco 0-2 al Massimino ( Dionigi su rigore al 32° e Sesa su punizione all’81° ). Una partitaccia piena di errori grossolani e con un clima metereologico assurdo contraddistinto da pioggerellina mista a cenere vulcanica. Gara in notturna, ovviamente, ed esonero definitivo di Maurizio Pellegrino a fine gara.
Tutt’altra musica si respirò il 14 dicembre 2003, giornata radiosa di sole: un Catania forte e spensierato nella concezione calcistica di Colantuono, trionfò senza problemi sul Napoli vincendo 1-0 con una rete-capolavoro di Lulù Oliveira, autentico incubo del portiere Manitta che già l’anno prima aveva castigato al “Celeste” con una tripletta mitica.
Tra i doppi ex storici annoveriamo: il solito Claudio Ranieri, Ciccio Cordova, Iezzo, Montervino, De Zerbi, Pià, Reja, Renato Olive…
Infine l’ultimo precedente dell’anno scorso: 3-0 il 6 aprile 2008, la “prima” di Zenga in serie A da tecnico, reti di Colucci, Spinesi e Vargas.