13° anniversario dalla scomparsa di Angelo Massimino

Il 4 marzo del 1996 si spezzava tragicamente la vita del presidente rossazzurro Angelo Massimino. Sono dunque passati 13 anni da quei giorni, eppure il ricordo e ancora vivo tra gli sportivi e tifosi non solo catanesi.
Chi vi scrive vuole ripescare nella memoria cio che accadde in quei giorni: l’inverno ’95/96 fu tra i piu piovosi che si ricordino negli ultimi anni. Piovve ininterottamente tutti i giorni da novembre fino alla fine dell’inverno. Il Catania gioco parecchie gare col Cibali allagato in modo indecente. La cosa anzi era diventata un problema serio: non c’era drenaggio e l’erba era poca, il fango scivoloso condizionava l’andamento delle partite.
Si batte il Benevento 3-0, poi anche l’Albanova con un’ eurorete di Pasquale Marino al 92?. Ma quel campo trappola faceva fare anche figure tristissime ai beniamini di casa.
Torniamo al 4 marzo 1996: quel pomeriggio maledetto ero a scuola. Non c’erano abbastanza aule al liceo Cutelli di via Firenze e cosi alcune classi vennero spostate al pomeriggio. La mia 3? F era tra queste. Quel pomeriggio era segnata la lezione di storia e filosofia, professoressa Giovanna Di Gregorio. Ma quella lezione non avvenne mai. Ci trasferirono in aula magna per una lezione di astronomia tenuta, per uno strano gioco del destino, dal famoso giornalista LUIGI PRESTINENZA. Come saprete, Prestinenza e una delle colonne portanti del quotidiano LA SICILIA in quanto a informazione sportiva. Ma e anche un grande esperto di astronomia. Mentre Prestinenza stava parlando del famoso scienziato Ticho Brahe vidi qualcuno avvicinarsi a lui sussurandogli all’orecchio qualcosa. Cosa?
All’epoca non c’era ancora internet, pochi telefonini in giro. Una notizia arrivava con molte ore di ritardo. Piu tardi, a casa, scoprii della tragica scomparsa del presidente. E mi passarono nella mente i tanti ricordi, belli e brutti, che legavano noi tifosi a lui. Quel pomeriggio del 4 marzo passato a scuola non riusciro a dimenticarlo, come le sensazioni di tristezza provate la sera nel sentire la notizia scivolarmi addosso con tutto il suo dramma. Fu un inverno grigio e piovoso, quello della stagione ’95/96. L’unico giorno senza pioggia e con un po’ di sole fu il 6 marzo, i funerali del presidentissimo in cattedrale. Una citta stretta attorno a lui, i tanti campioni del passato che tengono la bara. La lunga marcia a piedi verso il cimitero a cui partecipai fino a sera inoltrata col mio amico di sempre Dario Milite, insieme a mister Busetta e al portiere Ciccio Saitta. Grazie presidente, se viviamo oggi giornate felici come quelle di domenica il merito e anche tuo. .