L’ombra della sera

Affascinante, misteriosa, densa di significato. L’ombra evoca la nostra parte sotterranea che ci segue nonostante la luce.
OmbreCi sono persone o pensieri che ci seguono come un’ombra o che addirittura diventano la nostra ombra, ci sono ombre lunghe e minacciose o sottili e immateriali, ci sono momenti tristi in cui diventiamo l’ombra di noi stessi, ci sono soggetti che tramano nell’ombra.

“Ognuno di noi è seguito da un’ombra. Meno questa è incorporata nella vita conscia dell’individuo tanto più è nera e densa”.
Così lo psicologo Carl Gustav Jung nel portare “alla luce” l’archetipo sotterraneo, nel descrivere il lato oscuro di ciascuno di noi, che non cela necessariamente il male, ma che talvolta può rappresentare anche un fertile limo, una parte di noi che ci rende tridimensionali.

Senza l’ombra l’uomo sarebbe piatto, senza i suoi aspetti oscuri non sarebbe neanche umano.
Ma non è facile ammetterlo, e a volte proiettiamo la nostra ombra sugli altri, rendendoli serbatoi di oscure antipatie.
Oppure sull’altro capovolgiamo le nostre paure ataviche, come sull’ “uomo nero” che spaventa i bambini.

Anche nell’arte l’ombra è fondamentale per ottenere un effetto tridimensionale: Caravaggio conferisce drammaticità alla scena attraverso la luce che sbuca dall’ombra, Robert Louis Stevenson ne esplora le pieghe nel suo celebre “Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde”.

E poi ci sono le ombre cinesi, un tempo usate per venerare le divinità e per scacciare i fantasmi, ora solo magiche trasformazioni oniriche affidate alle nostre mani.

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