Cagliari-Catania, i precedenti

In laguna c’è Venezia-Sampdoria e i più ottimisti tra i tifosi rossazzurri sono convinti che Novellino, tecnico doriano, “onorerà” il campionato battendo i veneziani impegnati col Catania nella lotta salvezza. La Samp è promossa da settimane e il flebile obiettivo del primo posto assoluto non bastò a caricare i blucerchiati che persero nettamente 3-1. Al Celeste di Messina tra i giallorossi e il Napoli finì 1-1, azzurri salvi.
Ancora oggi mi risuonano nelle orecchie le frasi urlate dalla panchina da Gennaro Monaco negli ultimi istanti di quel Cagliari-Catania: “…tienila lì…”, urlava ai compagni il mitico Gennarone raccomandando di non distrarsi nel finale; i rossazzurri stavano vincendo 2-1 con la doppietta di Carlo Taldo inframezzata dal pari momentaneo di Langella. Era stata una “partita di fine stagione” con il Cagliari senza traguardi da raggiungere. Il Catania portava in dote un rendimento esterno da 3° mondo: appena 3 pari in 18 gare prima di quella vittoria fuori dalla Sicilia. Retrocessione? A fine gara un corrucciato Riccardo Gaucci, presidente rossazzurro dell’epoca, annunciava di sentirsi salvo. Il pasticciaccio del caso Martinelli era stato solo l’antipasto primaverile per l’estate infuocatissima del 2003, quella che avrebbe cambiato e sconvolto il calcio italiano. Partono i ricorsi al TAR della società rossazzurra: il Catania si sente salvo e vuole restare in B perchè i 2 punti in più col Siena erano stati prima assegnati e poi tolti sconfessando la CAF, organo ritenuto inappellabile. Vi risparmiamo tutti gli “step” della intricatissima vicenda di cui abbiamo già parlato in occasione dell’amarcord di Catania-Siena. Diciamo solo che all’inizio del campionato successivo il Catania era ancora in serie B, la “guerra” ai potenti del pallone era stata vinta cancellando un’ingiustizia clamorosa come quella del caso Martinelli.
Insomma: quei 3 punti di Cagliari furono davvero utili al fine della salvezza etnea.
Scivoliamo ancora più indietro nel tempo: 16 giugno 1985.
Dopo un campionato balordo cominciato benissimo ( 3° posto al giro di boa e concreta possibilità di tornare subito in A ) il Catania è costretto a giocarsi tutto a Cagliari in quello che era diventato un vero e proprio spareggio-salvezza all’ultimo turno. Grazie alle paratone di Dario Marigo finisce 0-0 e sono i sardi a finire in serie C/1. Per fortuna verranno ripescati dopo l’illecito del Padova. Dario Marigo: ecco un nome che avrebbe meritato più considerazione nella piccola-grande storia rossazzurra.
Il bilancio assoluto delle sfide dice che l’Elefante si è recato in terra nuragica 23 volte tra A, B, C/1 e coppa Italia: 4 sono i successi rossazzurri ( uno solo in serie A ), 9 quelli cagliaritani, 10 pareggi. In cadetteria, il 16 dicembre ’34, il primo successo catanese: 2-3. Questa peraltro fu la prima sfida assoluta tra i due club che prima di allora non si erano mai incontrati. Il 18 ottobre ’59 uno 0-1 permise ai ragazzi di Di Bella di proseguire la corsa verso la A. Le altre due vittorie siono dei giorni nostri: dell’1-2 del 2003 abbimao già parlato. L’unico successo etneo in serie A a Cagliari è pressocchè noto a tutti: lo splendido tiro di Corona che si insacca alla prima giornata di quel primo campionato in massima serie dopo un inferno durato 22 anni è già un cult.
Domenica 10 settembre 2006, questa la data fatidica di quel blitz a sorpresa al Sant’Elia. E dire che Pasquale Marino si era presentato in riva allo Stagno con 5 esordienti ( tra cui lo stesso Corona ) e senza stranieri.
Il Cagliari non riesce a fare bottino pieno casalingo contro i rivali d’oltremare da 5 anni e passa: l’1 febbraio 2004 in serie B l’ultimo successo, un 2-1 firmato da Esposito-Suazo e Delvecchio.
Come si sa il momento migliore dela storia cagliaritana si fa risalire all’inizio degli anni ’70. All’epoca i riossazzurri ebbero il merito di uscire imbattuti dalla Sardegna in due occasioni conquistando due pari prestigiodi. Il primo in coppa Italia ’69/70, 2-2, 3° giornata gruppo 2. Alla fine i rossoblù passarono ai quarti e vinsero lo scudetto! I rossazzurri salirono in A con Rubino in panchina in una marcia trionfale conclusasi a Reggio Calabria il giorno di Italia-Messico al mundial ’70. Il 18 aprile ’71, 26° di A, il Catania aveva già fatto i bagagli per ritornare subito in cadetteria ma andò a strappare l’1-1 sul campo dei campioni d’Italia.
Un vero peccato perchè quel Catania del girone di ritorno si era fatto valere inanellando una serie di buoni risultati ( ma era troppo tardi per sperare nella slavezza ), senza contare la chiamata in nazionale olimpica del compianto Guido Biondi, autentico giovanissimo faro del centrocampo catanese dell’epoca.
Tra i successi più rotondi dell’undici dei 4 mori ce n’è uno particolarmente “doloroso”: un 3-1 alla penultima d’andata il 18 gennaio ’87. Giampaolo Montesano ( l’ex-rosanero del famoso derby vinto dal Palermo 1-0 con un suo gol e poi tramutato in 0-2 per la pietra a Renato Miele ) segnò un’inedita doppietta affossando Sorbello e compagni.
Questo Montesano del Cagliari assomigliava moltissimo all’attore romano Enrico Montesano…lo si poteva evincere dalla foto sulla figurina Panini. Eppure tra i due non sembra ci fosse parentela…
Ultimo flash: il miglior periodo di storia sarda tra il ’64 e il ’76, 12 anni filati di A e uno scudetto. La passata stagione terminò 1-1 il 21 ottobre ’07 con i gol di Terlizzi e Matri. Eravamo appena all’8° giornata.