Blu come…

… come le profondità del mare, come la linea dell’orizzonte, blu come i caschi blu dell’Onu, come i blue jeans, come i colori di molte banche e analgesici, blu come le confezioni dei cioccolatini, come le profondità dell’anima, come il blues, come la pillola dei maschietti… blu come?

A parlare di tutti i motivi per cui ci piace il blu, o tutto quello che ci viene in mente quando pensiamo al blu non sarebbe bastata una trasmissione di due ore.
Perché per i Romani avere gli occhi blu era una disgrazia, mentre per gli Egizi era il colore della divinità, perché l’intero romanticismo ha risentito del blu, sin dalla marsina di velluto blu che indossava il giovane Werther quando incontrò Carlotta, perché Picasso visse un intero periodo blu e Kandinskij scrisse che blu implicava profondità ed era il colore dei personaggi spirituali.

Perché l’intera letteratura è colorata di blu e blu è il colore dei miti e delle fiabe, dalla Fata Turchina a Barbablù, dal Principe Azzurro al blu del mantello di Mago Merlino.

Perché blu è il colore del marketing quando si vuole comunicare affidabilità, sicurezza, fiducia. Blu è il colore della polizia, della bandiera dell’ONU, dell’Unione Europea, del Telefono Azzurro, dello zucchero.

E blu è il colore di un profumo, della pillola di Matrix (e non solo), della narrativa al maschile, dei puffi, del logo della nostra radio.

Ma anche perché “feel blue” significa “essere depresso” e ha fortissimi richiami al “blues” perché è un guardarsi dentro, fino in fondo, fin nelle profondità dove tutto è blu.

Una puntata tutta blu, da riascoltare
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