Catania-Ascoli 3-3

Catania-Ascoli 3-3: prima in vantaggio, poi sotto 3-1: alla fine solo un punto che fa muovere una classifica che non convince ne rassicura.
Mancano comunque 4 gare e l’unica cosa da fare e urlare “forza ragazzi!”. VERONA- Il Catania. Questo sconosciuto. La lunga attesa di avvicinamento alla salvezza assomiglia sempre piu alla marcia del davai russo coi giocatori etnei nella parte dei soldati italiani incatenati e moribondi su sconfinate piste di neve infinita.
Perche il Catania e da mesi che non e piu una squadra normale, si e ormai ridotta ad un cumulo di paure preistoriche e di cappotti ridanciani ( per gli avversari che ne beneficiano ).
La faccia di Marino a fine gara ne e l’emblema: niente sarcasmo, niente ironie, solo un volto scarmigliato e stanco, i capelli ingrigiti spelacchiati sulla fronte piena di problemi.
E’ un Catania assurdo, l’ennesimo di questo balordo e insensato girone di ritorno. Un Catania capace di regalare il 2-1 e poi il 3-1 ad un Ascoli eppur piccino come aveva gia fatto con la Reggina a Rimini.
Difensori e mediani fermi e piantati, gambe ripiene di cemento. Avversari che fuggono e che sfuggono e segnano a piacimento.
Vittoria sfumata.
Vogliamo parlare delle cose positive? Ce ne sono, deogratias: gli ultimi 20 minuti con un assalto ferale e feroce che frutta una miriade di occasini e i due gol che innescano un po’ di felicita in un pomeriggio freddo ma moralmente rapito da una siccita mentale e umorale a dir poco pazzesca.
Basta cosi: questo Catania pellegrino d’Italia si ferma per ora a quota 37, undicesimo in graduatoria.
Sembra in cima al suo paradiso.
Invece resta ancora da scalare un quadruplice monte infernale.